A CHI SI RIVOLGE

Il metodo Feldenkrais ha un campo di applicazione universale. È educativo e preventivo e non diagnostico-curativo, anche se spesso i risultati sono terapeutici.
Si rivolge a persone di qualsiasi età e condizione fisica:

  • alla persona “di ogni giorno” che vuole conoscersi meglio e migliorare l’immagine di sé. Chi vuole apprendere meglio come funziona, chi vuole migliorare la propria consapevolezza e accrescere il grado di movimento e di espressione, per ridurre lo sforzo che richiedono le attività quotidiane.
  • a chi per motivi professionali deve affrontare situazioni di stress o di costrizione fisica: manager, lavoratori sedentari, intellettuali.
  • a chi lavora molto al computer.
  • a chi si serve del proprio corpo come mezzo di lavoro e di espressione, per migliorare le proprie prestazioni fisiche e artistiche:
  • agli atleti: con questo lavoro si acquista il dominio della gamma completa del gioco delle articolazioni non mediante la ripetizione, l’esercizio muscolare o l’aumento della velocità e della forza, ma allargando e perfezionando il controllo esercitato dal cervello su tutta la muscolatura. Quindi tutte le difficoltà di esecuzione non vengono superate, come spesso si vede negli allenamenti sportivi, con sforzi tremendi, ma usando l’induzione per arrivare a percepire l’errore. Si arriva così a risolverle attraverso il controllo dei muscoli inattivi e inibendo la contrazione degli altri. Spesso in pochi minuti si arriva a ristabilire il dominio sull’intera gamma delle possibilità di una articolazione, mentre con l’esercizio fisico ci sarebbero voluti mesi. Si impara l’arte di imparare, che è applicabile a tutte le funzioni. E il controllo, una volta integrato nel comportamento normale, rimane operante come una seconda natura, senza bisogno di una particolare attenzione. La applicazione di questo metodo ha già dato grandi risultati nella corsa, nello sci, nel golf, nel tennis e venendo Feldenkrais dal judo, nelle arti marziali e di autodifesa.
  • ai musicisti e ai cantanti: in Italia è ancora poco diffusa nell’insegnamento professionale della musica, una parallela consapevolezza di sé e del proprio corpo come parte integrata dello strumento musicale. I musicisti possono manifestare problemi legati al tipo di strumento che suonano per ore; e una volta eliminata qualsiasi scusa organica, eliminare gli sforzi non necessari. Utilizzare meglio il proprio corpo consentirà di suonare più facilmente e di ottenere una maggiore espressività artistica, oltre che influenzare profondamente la qualità del suono. Con Feldenkrais hanno lavorato moltissimi musicisti di fama mondiale: Yehudi Menuhin, Leonard Bernstein, Igor Markevich, Daniel Baremboim.
    Nei cantanti cambia la qualità della voce. Si lavora sul respiro e caratteristica del metodo non è insegnare l’unico modo corretto di respirare, ma tutti i modi possibili. Quando si ha il controllo della gamma completa dei toni della voce, si usano il timbro e l’intonazione adeguata a ogni circostanza, senza sentire nessuna coazione; se invece si è capaci di produrre un unico timbro, può succedere che prima o poi si riveli inadeguato.
  • agli attori: ogni attore ha particolari talenti, potenzialità non realizzate, abitudini e debolezze. Con questo metodo gli attori possono espandere il loro campo di possibilità aggiungendo nuovi strumenti al loro repertorio. È importante che l’attore sia ben formato, con piena consapevolezza del suo corpo, della sua bocca, dei suoi occhi, delle sue pulsioni e abbia un contatto completo tra l’esterno e l’interno. Egli deve essere capace di rappresentare molti personaggi diversi, invece di essere se stesso in qualsiasi ruolo si trovi. Deve essere in grado di cambiare il proprio schema corporeo e il metodo Feldenkrais può aiutare a farlo più consapevolmente. Feldenkrais lavorò con Peter Brook e famose compagnie teatrali.
  • ai danzatori: studi fatti con danzatori hanno confermato l’influenza positiva con conseguente miglioramento della tecnica, dell’apprendimento e della percezione, dell’immagine del corpo e della qualità della rappresentazione. Molti usano delle lezioni di consapevolezza attraverso il movimento come riscaldamento prima dello spettacolo.
  • alla donna per aiutarla ad aver maggior consapevolezza del proprio corpo. Nella donna il corpo è così intimamente legato al proprio io da condizionarne e travolegerne le inclinazioni.
  • agli anziani: Feldenkrais diceva: “La vecchiaia (…) comincia con la limitazione – che noi stessi ci imponiamo – di non formare più nuovi schemi di organizzazione corporea. Dapprima si selezionano atteggiamenti e posture corrispondenti a una certa dignità e quindi si respingono certe azioni, quali sedersi per terra o saltare, che ben presto diventano impossibile a farsi. Il riprendere e reintegrare anche azioni così semplici ha un effetto pronunciato di ringiovanimento non solo sull’aspetto meccanico del corpo, ma sulla personalità nel suo insieme”.
  • ai bambini: si può con loro intervenire sulle fasi dello sviluppo motorio ottenendo una maturazione più armonica.
  • a chi soffre di mal di schiena cronico, scoliosi, artrosi cervicale, discopatia, mal di testa, fibromialgia, opsteoporosi. Molto spesso i dolori si attenuano e talvolta spariscono del tutto, perché nella maggior parte dei casi la causa del malessere sta nel cattivo uso di sé.
  • a chi è stato operato di tumore per es. al seno per imparare a tornare a vivere bene il proprio corpo, eliminando tensioni, dolori e cattive abitudini acquisite in seguito all’intervento.
  • a chi ha problemi di salute, desidera muoversi ma non può praticare ginnastica, palestra o sport.
  • a chi vuol riscoprire un buon uso del corpo dopo incidenti traumatici o disabilità cronica, dove oltre alle cure necessarie è importante individuare le possibilità di movimento che risparmino al massimo le forze da impiegare.
  • a chi soffre di problemi neuromuscolari o della motricità, per es. ictus, paralisi cerebrale, sclerosi multipla, sindromi parkinsoniane, spasticità. L’approccio Feldenkrais alla rieducazione del movimento, si può considerare come un processo di riapprendimento psicosomatico basato sulla plasticità del cervello.
  • In campo psichiatrico e psicologico come supporto alla terapia. Le modifiche nel comportamento di una persona possono essere fatte attraverso la psiche o attraverso il corpo; tuttavia un reale cambiamento deve attuarsi in modo da permettere alla psiche e al corpo di modificarsi simultaneamente. C’è un vantaggio nell’affrontare l’unità mente-corpo attraverso il corpo: l’espressione muscolare è più semplice perché è più concreta, immediata e più facile da localizzare. Inoltre è più facile rendere una persona cosciente di ciò che accade nel suo corpo e di conseguenza l’approccio corporeo darà risultati più rapidi e più diretti. «Agendo sulle parti significative del corpo, come gli occhi, il collo, la respirazione o il bacino, è facile provocare immediatamente modificazioni di umore sorprendenti». Parecchi psicoterapeuti si sono avvicinati all’uso di questo metodo, in quanto per fare una diagnosi, considerare l’unità mente e corpo e lavorare sul corpo fornisce una nuova prospettiva che rivela la presenza di rapporti tra fatti che in apparenza non hanno alcun legame. Il metodo Feldenkrais viene applicato anche in campo psicologico e molti psicologi hanno seguito il corso di formazione. Alcuni trainer Feldenkrais, in particolare Mark Reese, vedeva dei collegamenti con Milton Erickson. Infatti Feldenkrais, parlando del movimento e non mostrandolo, conduce gli allievi a una nuova consapevolezza e a un dominio di se stessi; il segreto non è quali parole vengono usate ma come vengono usate; atteggiamento molto simile a quello di Milton Erickson, con il quale Feldenkrais aveva in comune anche il lavoro sul cambiamento di pattern nelle persone. Il metodo Feldenkrais viene usato anche nell’approccio a chi soffre di autismo.
  • a chi soffre di disturbi alimentari ed ha bisogno di un lavoro sull’immagine di sé.
  • a insegnanti, psicomotricisti, pedagogisti-educatori. All’estero questo metodo viene insegnato anche nelle università. E’ importante che entri a far parte del curriculum scolastico, in quanto i ragazzi non hanno più alcuna preparazione psicomotoria, sono completamente inconsapevoli di se stessi, non posseggono le capacità di base quali correre, saltare, arrampicarsi e lanciare. Spesso l’ Educazione Fisica viene concepita come puro “sfogo”, oppure come “addestramento” per i vari tornei di Istituto, obiettivi ben miseri quando si tratta di educare le persone!
  • ai professionisti della salute: medici, psicologi, terapisti, infermieri.